articolo di Marica Marinoni, studentessa di circo invitata a Terminal 2019
Per noi di CMR (Charge Maximale De Rupture), cinque ragazzi frequentanti il CNAC e prossimi al diploma, la proposta di presentare a Terminal quest’anno è stata una vera e propria sfida. Un atto di fiducia che abbiamo fatto l’uno con l’altro, che alla fine ci ha permesso di portare a termine la nostra prima bozza di uno spettacolo e mettere le basi per una futura collaborazione tra di noi.
Concretamente questa creazione è stata il prodotto di un mese di lavoro extracurricolare negli spazi della scuola: ci organizzavamo nel nostro tempo libero ritagliando momenti dopo i corsi tra le 18.00 e le 20.00.
La gestione, la creazione, la direzione e tutto il resto è stato gestito da noi, che cercavamo di dividerci i compiti secondo le abilità di ognuno compensando i punti deboli dell’altro, un vero e proprio lavoro di squadra!
Ciascuno di noi era emozionato ed allo stesso tempo spaventato da questa nuova esperienza ed abbiamo ben percepito come allenarsi e padroneggiare la propria specialità sia in realtà molto lontano dall’essere capaci di far funzionare la vita professionale. All’improvviso arriva il momento di uscire dalla cameretta dei giochi e non sei pronto, nessuno ti ha detto come si fa!
Spesso infatti durante il percorso di formazione scolastico circense la vita lavorativa sembra irraggiungibile e distante. La quotidianità ci porta a passare ore ed ore chiusi in una saletta per allenarci e provare centinaia di volte lo stesso movimento con l’ossessione di “diventare più forti”. Così facendo, giorno dopo giorno, è facile arrivare a dimenticarsi lo scopo primario di questo lavoro: la scena.In questa esperienza ci siamo dovuti confrontare con dei problemi che non avevamo previsto e ci siamo resi conto di come piccoli dettagli potevano diventare cruciali. A partire dal mettersi d’accordo sul gusto artistico del lavoro ed essere coerenti nella scrittura dello spettacolo fino a guidare un camion per 2200 km dividendosi equamente i turni.