articolo di Davide Perissutti
Il circo contemporaneo è arrivato in Friuli undici anni fa con Brocante, festival nato con una flebile voce, forgiato in un preciso e inesorabile lavoro artigiano, preparato da artisti e rivolto agli artisti. Le sue scelte anti-convenzionali hanno dato vita ad una sorta di movimento che lentamente ha popolato le valli ormai disabitate del Friuli occidentale; migliaia di persone hanno riscoperto terre dimenticate maturando contemporaneamente la propria sensibilità verso un inconsueto modo di intendere lo spettacolo dal vivo, una performance capace di abitare e trasformare lo spazio. Mentre in Italia nascevano i festival degli artisti di strada, voluti e pensati per portare gli artisti nei luoghi più popolati dei centri urbani, in Friuli maturava una sorta di coscienza della riscoperta. Ritrovare il senso antico dell’accoglienza friulana dentro le dinamiche dello scambio artistico significa voler riconoscere la funzione sociale della Bellezza. Nelle remote terre di una Italia poco frequentata da chi la cultura la conosce e la produce si stava saldando un forte legame tra la creatività e il territorio; il pubblico iniziava a capire che raggiungere vallate quasi disabitate per scoprire visionarie creazioni circensi può richiedere il sacrificio fisico di una piccola escursione in montagna, ma il più delle volte il sacrificio viene ripagato con la bellezza.Seppure in discontinuità quanto a impostazione artistica, location e dimensione progettuale è questa l’eredità culturale di Terminal, un nome che racchiude le infinite possibilità date dalla mescolanza, dai luoghi di passaggio, dalle occasioni di riscoperta di luoghi abitudinariamente frequentati e tuttavia mai veramente visti. Non solo circo, un’idea di arte che indica agli spettatori la possibilità di guardare con occhi diversi la realtà e lo spazio urbano. Tre giorni dedicati alle potenzialità dell’incontro: tra la città e gli artisti, tra artisti provenienti da universi differenti eppure similmente orientati dalla propria ricerca artistica, uno scambio tra i performer e un pubblico invitato a coinvolgersi nella performance. Questa la direzione verso cui si sta dirigendo il Friuli rispetto al circo contemporaneo, Terminal 17 la tappa di un percorso che tenta di proseguire il lento lavoro artigianale che ha plasmato la coscienza artistica del pubblico locale e in questi due anni ha portato il Circo all’inCirca al Terminal di Udine. Ricerca musicale, arte visiva, teatro e circo si mescolano in una delle piazze meno frequentate dalle rotte commerciali del centro cittadino. Accanto alle compagnie scelte anche un piccolo gruppo di giovani artisti circensi neo-diplomati che, giunti in città una settimana prima del festival, hanno ricercato il contatto con il centro attraverso le proprie discipline. Non una semplice residenza artistica, un progetto per dire che la comunità artistica di Udine ha fiducia nel vitale contatto dell’artista con il mondo che lo circonda, crede che si possa regalare alla città un modo nuovo per guardare se stessa. Condivisione di spazi, dialogo e crescita umana diventano così il punto di partenza fondamentale per produrre cultura, coscienza civica e consapevolezza. È così che Terminal cerca di dare una casa e un nome ad un preciso stile di vita e di creazione. Dopo i tre giorni di festival non ci si ferma, il progetto prosegue con altri appuntamenti di creazione per giovani artisti neodiplomati, che potranno incontrarsi durante l’imminente estate e durante il prossimo autunno per essere accompagnati nella produzione del proprio risultato. Terminal continua anche riportando a Buttrio il tendone Magda Clan, che nel mese di giugno incontrerà in Friuli gli attori di “Non dalla guerra”, dando la possibilità ai friulani di approfondire temi su cui l’arte oggi non può non confrontarsi, temi fragili come quelli del confine e della profuganza.Confini, viaggi, mescolanze di prospettive e visioni artistiche, da Terminal 17 parte anche un AudioBus. Si tratta forse dell’esperienza che meglio rappresenta il collettivo di artisti che cura la direzione artistica del festival. Dentro lo spazio di un autobus di linea urbano si fondono circo, radio, teatro, letteratura, storia e città. Trenta spettatori muniti di cuffie wireless assaporano il gusto di un viaggio tra gli ambienti della città. Dal Terminal 0, “l’ospedale dove tutti nascono ed iniziano il proprio viaggio in questo mondo”, fino all’ultimo definitivo Terminal a cui siamo tutti diretti. Finisce veramente tutto al cimitero? Due tennisti stanno giocando su un prato d’erba, proprio in mezzo alla città, proprio lì dove nessuno avrebbe mai creduto potesse essere possibile giocare. Mentre l’AudioBus percorre le vie della città una performance vivente abita gli spazi cittadini, sale sull’autobus un altro modo di guardare fuori dai finestrini, fuori da se stessi; lo spettatore viene trasportato su un pianeta diverso, costruito esattamente dentro la vita di ogni giorno.Non solo circo. Il Friuli è terra di passaggio e di contaminazione, incontrare culture diverse qui è facile e al Terminal17 passano e si mescolano forme di pensiero e d’azione tra loro molto diverse. Il festival non è unicamente Circo all’inCirca, è anche un collettivo di artisti visivi, Zero Idee, e va ancora oltre l’intreccio tra arti circensi e arti visive: da quest’anno si è aperto alla collaborazione con le più vivide realtà culturali locali. Il circo contemporaneo è il contenitore di un più ampio movimento artistico, riconoscibile sia dal pubblico che, soprattutto, dagli ospiti internazionali che giungono in città. In piazza c’è un pubblico preparato, non è attirato dal fenomeno da baraccone giunto ai crocicchi più frequentati, è venuto a cercare la piazza che normalmente non frequenta e vuole vedere dove si spingerà questa volta la ricerca artistica.Collaborazione tra realtà artistiche locali, ma non solo: Terminal sta lavorando per aprire il territorio friulano ad una più strutturata collaborazione europea, perché le porte della mittel Europa e dell’est sono a pochi terminal di distanza. Per la prossima edizione è già attiva la partnership con Cirqueon (Rep. Ceca) e con la Associazione Valenciana di circo; nel frattempo il Circo all’inCirca ha già incontrato alcune scuole professionalizzanti, una tra tutte Codarts, per capire come instaurare un rapporto di collaborazione e in questo modo dare la possibilità ai professionisti neo-diplomati di usare la città per scoprire se stessi regalando agli spazi urbani altri universi di senso.